Brand e rivenditori ormai si rivolgono agli Influencers per promuovere i loro prodotti, e proprio questi personaggi sono diventati i principali canali di marketing.
Che si tratti di IT-Girl come Kim Kardashian e Olivia Palermo, oppure di blogger come ClioMakeUp e Chiara Ferragni (per citarne qualcuna nostrana!), è ormai noto che questi personaggi hanno il potere di influenzare una grande quantità di pubblico a colpi di tweet, post, video e foto condivise sui principali social network. E sfruttare questa capacità/opportunità è diventata un potentissimo strumento di marketing.
Le statistiche ci dicono che il 92% dei consumatori credono più al giudizio degli Influencers che alle pubblicità, oltre al fatto che il 47% degli utenti internet ha attivato degli Adblock (strumenti che permettono di bloccare la visualizzazione delle pubblicità on-line), rendendo di fatto meno efficaci i banner di annunci.
Viene considerato Influencer un utente con migliaia di followers su diverse piattaforme social e ogni volta che condivide un articolo di blog o una foto riceve migliaia di visualizzazioni, condizionando così le scelte e le abitudini dei sui fan, che si fidano delle opinioni del loro beniamino. È quindi chiaro che un Influencer è in grado di decidere cosa sia di tendenza e cosa invece no.
Negli ultimi anni la distanza tra brand e influencers si è molto assottigliata diventando sempre meno chiara, infatti tantissimi Influencers hanno lanciato una propria linea di prodotti in collaborazione con i brand, che in questo modo trasforma l’influencer in testimonial, guadagnando credibilità agli occhi dei consumatori.
È quindi spontaneamente nato quello che oggi viene definito “influencers marketing”, ovvero il marketing di un prodotto che viene fatto identificando una persona in grado di direzionare le scelte d’acquisto dei consumatori/follower della sua particolare nicchia di competenza (fashion, make-up, tecnologia, food, ecc.).
Esistono sei tipi di Influencers:
- gli attivisti: persone che si impegnano nei confronti delle propria comunità, movimenti politici e associazioni no profit
- i connessi: influencers che hanno molti seguaci sui social network
- influencers d’impatto: veri e propri personaggi che beneficiano della fiducia degli altri
- le celebrità: artisti con migliaia di seguaci
- le menti attive: utenti con interessi multipli
- i trendsetter: coloro che per primi tendono ad entrare o ad abbandonare un mercato
Di fatto però la popolarità di un Influncer è strettamente legata alla sua credibilità: infatti tanto ci è facile diventare seguaci di un personaggio se ci è simpatico e lo reputiamo sincero e affidabile nelle sue opinioni, altrettanto semplice è smettere di seguirlo se ci viene il sospetto che sia troppo “ruffiano” nei confronti dei brand, a scapito della qualità dei prodotti che vuole farci acquistare/provare.
Quindi potremmo affermare che l’ago della bilancia per questo tipo di marketing si è spostato dal rapporto brand/testimonial, al rapporto influencer/consumatore e questo dovrebbe portare maggiori benefici proprio ai produttori, dato che possono avere un rapporto quasi diretto con il proprio pubblico, attraverso gli Influencers.
C’è da dire che però la rilevanza di un Influncer per un brand non sta solo nel numero di follower, ma soprattutto nella sua autenticità e da quanto è genuina la sua reputazione all’interno della sua nicchia: milioni di follower interessati al gossip sul personaggio in questione potrebbero valere meno delle poche migliaia di seguaci di un Influencer accreditato nel suo segmento di competenza/mercato.
Quindi se volete provare questo tipo di marketing, non vi resta che identificare gli Influencers di punta nel vostro settore, contattarli educatamente, fornire un campionario da provare o magari invitarli ad un evento dedicato.